Il Castello di Roppolo
La storia di Roppolo è indissolubilmente legata allo storia del suo Castello.
Un antico maniero, risalente alla fine del IX secolo adagiato in una soleggiata collina della Serra Morenica. Superstite indenne di tante travagliate e drammatiche vicende secolari, il Castello di Roppolo è testimone di invasioni, guerre e assedi, di espugnazioni e di distruzioni che, nell’arco di un millennio, si succedettero intorno e dentro alle sue mura.
La prima fortificazione costruita fu la torre, probabilmente base dell’attuale, intorno alla quale si sviluppò più tardi il Castello. La torre era originariamente in legno, con le fondamenta in granito, ancora visibili nelle cantine. Le sue origini sono documentate da un diploma firmato dell’imperatore Ottone I che, il 30 luglio 963, investe il Conte Aimone di Cavaglià di diversi beni situati nel contado vercellese, tra cui Ropoli in Vercellensi comitatu.
Il XIII secolo segna la decadenza dei Conti di Cavaglià, che sono costretti a rivendere il Castello e la tenuta alla nobile casata dei conti Bichieri di Vercelli, che riedificarono quasi interamente il Castello. Ancora oggi sulla parete duecentesca del maniero domina lo stemma della famiglia: tre bicchieri riempiti a metà di vino sotto il cappello cardinalizio del cardinale Guala, fondatore dell’Abbazia di S. Andrea a Vercelli. Ai Bichieri venne dedicata anche la casa monacale di S. Margherita di Roppolo Piano, che servì da lazzaretto durante la peste. Lì sorgerà l’attuale villa dei nobili Rampone, del XIV secolo, che si affaccia sull’omonima piazza, e dove oggi si può vedere anche la chiesetta della monaca domenicana beata Emilia Bichieri da Vercelli (1238-1314).
Il Castello rimase per circa due secoli proprietà dei Bichieri, nonostante il tentativo del potente Comune di Vercelli di confiscare i beni della famiglia e di distruggere l’edificio. Il maniero e tutto il borgo passarono poi nel XIV ai Visconti longobardi e il Castello venne utilizzato come alloggio per i nobili.
All’inizio del ‘400 anche i Savoia entrarono nella storia del Castello, che divenne per 20 anni terra contesa tra la nobile famiglia torinese, il marchese di Monferrato (che per l’occasione assoldò il terribile mercenario Bonifacio Cane) e i Visconti milanesi, finché nel 1427 Roppolo e il suo castello passano definitivamente dalla signoria dei Visconti a quella dei Savoia di Giano conte del Genevese (e figlio di Amedeo IX) a causa di una storia singolare, quella del murato vivo.
Durante restauri nel XX secolo furono infatti ritrovati, dietro un muro, i resti di uomo intero, dentro una armatura. Le ossa furono attribuite al Cavalier Bernardo di Mazzè, murato vivo nel 1459 in seguito a una disputa avuta con il rivale Ludovico Valperga di Masino, poi condannato per l’omicidio e destituito dal potere sul territorio. Si dovettero attendere quasi cento anni prima che i Valperga e tutta la dinastia Caluso-Masino lasciassero Roppolo per passare nelle mani di Giano di Savoia, a cui si deve la chiesetta di fianco al Castello, dedicata a San Michele, già sui resti della più antica chiesa romanica del XII secolo, con all’interno un’icona lignea di Gaspare Serra.
Breve vita per i Savoia al Castello di Roppolo che, dopo pochi anni, ritorna a Ludovico Valperga, la cui famiglia resta proprietaria incontrastata di tutto il borgo fino all’inizio del XIX secolo. Per problemi economici, a loro volta questi rivendettero il Castello nel 1837 a Ignazio Anselmi, ricco possidente che si preoccupò della restaurazione della struttura. Questi, a sua volta, durante il Risorgimento cedette la proprietà al senatore generale Gustavo Mazè de la Roche. Poi, il paese divenne comune del Regno di Italia, mentre il Castello invece divenne proprietà della famiglia dei Novarese di Moransengo.
Il Castello di Roppolo ha ripreso nuova vita a maggio 2018 con la riapertura ufficiale al pubblico. Patrick Saletta, nuovo proprietario del maniero, due anni fa, ha deciso di acquistare il castello ed entrare a fare parte della comunità roppolese. Saletta, francese e di origini piemontesi, è un imprenditore ma anche un grande appassionato e collezionista d’arte. Due anni fa è tornato nella sua regione di origine, il Piemonte, e con la moglie ha deciso di tornare in Italia ed ha acquisito il maniero che domina il lago di Viverone. Dopo mesi di riflessioni ha deciso di riaprire al pubblico dopo due anni di lavori: allestite e arredato ben diciotto stanze, ad oggi tutte visitabili, con arredi d’epoca, quadri e sculture di pregio riportando gli interni del castello, allo splendore dell’epoca.
Museo del vino e visite al Castello
Anche le cantine hanno subito una vera e propria trasformazione ed ospiteranno un secondo museo nel museo dedicato, questa volta, al vino. Qui si potranno trovare torchi e altri strumenti antichi dedicati alla produzione del vino e alla vendemmi. Vengono ospitate periodicamente mostre d’arte contemporanea. Il Castello ospiterà anche eventi aperti al pubblico come concerti di musica medioevale, rinascimentale e jazz.
Su prenotazione saranno accolti gruppi che verranno fatti entrare in tranches di 25 persone alla volta. La visita sarà dedicata anche a bambini e ragazzi delle scuole per cui sarà proposta una visita specifica ed una parte dedicata alla didattica con progetti mirati a seconda delle età. Al termine della visita, si potranno acquistare prodotti tipici del territorio a cominciare dai vini locali, libri e gadget nel negozio-biglietteria. Tutti i roppolesi inoltre avranno accesso gratuito al castello in tutti i giorni ed i periodi dell’anno perchè, come dice lo stesso Saletta «chi viene in visita al castello entra in casa mia».